APULIA TREK

SANT’AGATA DEI GOTI & MONTE TABURNO

La prima escursione del 2014 è stata effettuata lungo le pendici del monte Taburno, nel gruppo Taburno-Camposauro ad ovest di Benevento, fino a raggiungere la sua vetta, a 1.394 sul livello del mare.Pare che proprio da Benevento il profilo del massiccio assuma le sembianze di una donna supina con i piedi verso la valle Caudina e la testa (Monte Pentime) verso la valle Telesina, ed è per questo chiamato La Dormiente del Sannio.

Nonostante la scena meteorologica fosse dominata da un’alta pressione a matrice subtropicale, per tutto il giorno un fitto ammasso nuvoloso ha stazionato intorno al monte conferendogli un aspetto quasi mitologico, tanto che intraprendere il cammino verso di esso ha destato da subito una certa apprensione.

 Dopo aver raggiunto da sud l’ex albergo “Taburno”, a quota 1016 metri, provenendo da Montesarchio, ci siamo quindi inoltrati nel bosco di faggi immerso nella bruma, fino a raggiungere la grande croce di vetta. Da lì, in verità, si annunciava una vista mozzafiato: le montagne dell’Abruzzo e del Matese a nord; il Golfo, le isole e il Vesuvio a sud-ovest; ad ovest la cava del Monte Tairano, nei cui pressi si combattè nel 321 a.c. la famosa battaglia in cui i Romani furono sconfitti dai Sanniti; a sud la dorsale dei Lattari e la muraglia boscosa dei Picentini a sud-est.

Avvolti dalla fitta nebbia, tuttavia, siamo stati costretti solo ad immaginare il paesaggio circostante ma la gioia di esserci ritrovati e di aver superato l’ennesima sfida ci ha resi tutti felici ed orgogliosi.

 Le aspettative delle incantevoli vedute che pensavamo di goderci lungo il percorso sono state compensate dalle suggestioni suscitate dalle immagini del bosco rese indistinte dalla nebbia.

 

 Qualcuno, fantasticando, ha intravisto tra le querce fate ed elfi; da parte mia giurerei di aver intravisto, tra i boschi di leccio, i briganti della banda Varrone in fuga verso la valle del Calore. Dalla vetta, dopo una serie di tornanti, siamo scesi di alcune centinaia di metri nel bosco e abbiamo raggiunto la selletta denominata Le quattro vie. Più avanti, sulla via del ritorno, schierate sull’ampia radura di Piano Melaino, le truppe dell’esercito di sua maestà Vittorio Emanuele, al seguito del Generale Pallavicini, erano pronte a sferrare l’attacco decisivo ai masnadieri del Taburno.

In realtà durante la colazione consumata nella breve sosta lungo il percorso, la buona Caterina ci ha offerto dei deliziosi biscotti che potrebbero aver avuto potenti effetti allucinogeni…Mah!!!

Simili percorsi assumono una valenza quasi mistica; ciascuno rivendica la sua appartenenza all’universo e si libera di ogni angoscia, consapevole dei propri limiti ma sicuro di ritrovare sempre la via del ritorno, in una natura all’apparenza perigliosa ma pur sempre benevola.

 

 ALLA PROSSIMA AVVENTURA!!!

Aldo Rubino

SANT’AGATA DEI GOTI & MONTE TABURNOultima modifica: 2014-01-06T20:57:15+01:00da
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